Nel 2004 Francesco Curci (nel video indossa un abito blu) viene invitato dai suoi Maestri cinesi a partecipare alla gara di Wu Shu che si sarebbe tenuta ad Hang Zhou (Shanghai).
I posizionamenti al primo e al secondo posto durante le due gare di forme di Tai Chi gli fruttano una medaglia d'oro e una d'argento, ma soprattutto un'esperienza unica fatta nella terra madre del Tai Chi.
"Francesco, ti piacerebbe partecipare ad una gara che si terrà quest'estate in Cina?"
La Maestra Liu Chun Yan e Francesco Curci erano seduti in riva al lago di Comabbio, al termine di uno stage di aggiornamento tenuto dalla Maestra agli allievi di Francesco.
Francesco guardò stupito la Maestra, per lui il Tai Chi aveva sempre significato crescita personale e non aveva mai pensato ad un contesto sportivo-competitivo. Naturalmente era emozionato e lusingato, ma al tempo stesso faticava a comprendere il senso di quell'invito.
La Maestra Liu Chun Yan era stata più volte campionessa internazionale di Tai Chi e sapeva bene di cosa si stesse parlando.
Francesco le chiese se secondo lei questa esperienza avrebbe potuto giovargli e naturalmente le domandò se per un italiano avesse davvero senso cercare di confrontarsi con degli atleti e Maestri cinesi. Lei si limitò a rispondergli che senz'altro si sarebbe trattato di un'esperienza importante e che lui era ben preparato.
Fu così che pochi mesi dopo Francesco Curci si ritrovò dall'altra parte del pianeta a partecipare ad un evento con circa 2.000 atleti.
Fu uno dei primi ad essere chiamato per effettuare la prima prova, temeva forse più il giudizio dei suoi Maestri, Yang Lin Sheng e Liu Chun Yan, entrambi presenti come allenatori e spettatori.
Il giorno prima erano tutti arrivati in aereo dall'Italia e senz'altro fuso orario, un forte caldo umido e la nuova situazione non giocarono a favore della qualità della prova.
Ciò nonostante, appena i giudici diedero il via tutto divenne Tai Chi, il piacere della pratica, l'assenza di pensiero... la medaglia d'oro!
Va detto che sia l'oro che l'argento conseguiti nelle due prove da Francesco Curci erano da considerarsi non assoluti, ma relativi alle arti marziali praticate e alle categorie dei partecipanti, sesso, età, stili interni od esterni e via dicendo.
In base ai voti dati dalle giurie, alla fine dei due giorni di prove, era stato stabilito l'ordine dei vari posizionamenti.
Il valore di quelle medaglie per Francesco non era l'aver superato come punteggio una decina di partecipanti all'interno della propria categoria. Niente quindi di così altisonante come il metallo delle medaglie sembrerebbe certificare, la gioia stava nell'essere riuscito a dare il meglio di sé anche in un contesto decisamente poco familiare e di aver onorato la grande scuola dei suoi Maestri, l'ASKT (Associazione per lo Studio del Kung fu Tradizionale).
La gioia persistette per alcuni giorni, poi lasciò spazio all'esperienza del lungo viaggio appena cominciato all'interno della Cina, un viaggio di ben 1.700 chilometri, guidato sapientemente dai suoi, umanamente e tecnicamente, grandi Maestri.